giovedì, giugno 30, 2005

"A cercar la bella destra"



Che faranno le varie correnti di A.N. alla prossima assemblea nazionale?
Per ora pare siano pronte a darsi battaglia, per ricercare l'identità traballante dopo le sortite referendarie del vice-premier Fini.
A leggere i giornali, colpisce peraltro la ricerca di caratterizzazioni che si rifanno a sigle esotiche: neogollisti, teocon, filobush, etc.

E' possibile che in tutti questi anni non si sia ritrovata un'immagine ed un background culturale per la destra italiana, pur riferendosi a maestri di pensiero di varie nazioni?

C'è davvero bisogno di cercare oltralpe e oltreoceano, tra i politici attuali, la configurazione più adeguata?
Capiamo che è un po' una semplificazione imposta dai giornali, un po' l'esigenza di colpire l'immaginazione del pubblico con richiami diretti ed immediati, ma preferiremmo un'elaborazione più originale e conforme alle nuove tendenze della politica italiana, non solo in vista delle prossime elezioni, ma proprio per far condividere una nuova idea della destra o del centrodestra, soprattutto se il partito unico dovrà nascere, il prossimo anno, a risultati conseguiti.

Se possiamo dare un'indicazione, da uomini della strada, consiglieremmo ai partecipanti alle assise di A.N., anche in vista della ricerca di programmi di una certa consistenza sul piano ideologico, di approfondire i temi nascenti da un volume sull'ultima generazione del novecento, dei giovani, definiti i ragazzi di Montanelli, che nelle università si ribellarono al pensiero unico marxista o post marxista, dando vita ai circoli "controcorrente giovani", legati negli anni 80- 90 al Giornale di Indro.

Nel libro, edito da Mursia, curato da Avanti e Frigerio, dall'accattivante titolo "A cercar la bella destra", si può rintracciare l'humus più adatto per definire un nuovo progetto per l' area liberaldemocratica dei giorni nostri.

Le pagine contengono, oltre al ricordo di studenti non conformisti, in un periodo cruciale della vita pubblica, come Umberto Moscato, prematuramente scomparso, i nomi dell'intelligenza conservatrice e moderata, a cui è lecito richiamarsi orgogliosamente ancora oggi, considerandone gl' insegnamenti tuttora validi.

Da Prezzolini a Spengler, da Revel ad Aron, da Tomasi di Lampedusa a Pareto, da Einaudi ad Ortega Y Gasset, da Montesquieu ad Eliade, da Kipling a Koestler è un susseguirsi di nomi brillanti e di analisi profonde dell'uomo e della società.

Non c'è che l'imbarazzo della scelta, per riaprire il dialogo con il mondo moderno e con la gente comune.

Vorremmo che i candidati leader non dimenticassero, d'altro canto, la lezione serissima impartita con la perdita di milioni di voti, nelle ultime - seppur parziali - consultazioni regionali ed amministrative, la cui unica ragione va ricercata nell'incapacità di distinguersi dai vecchi governanti: dediti ai traffici di natura personale, piuttosto che all'interesse dei cittadini e alla conservazione del cadreghino, piuttosto che al cambiamento dell'organizzazione e dello stile della politica.

Uno spettacolo miserando, che non dovrebbe ripetersi più.

Se ci sarà un avvenire , sarà solo per una "bella destra" in tutti i sensi.

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