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sabato, febbraio 14, 2009

Amore e Matrimonio






C'è una differenza sostanziale tra l'amore e il matrimonio.
Rari, rarissimi i casi di coincidenza tra l'istituzione-contratto e i sentimenti profondi, i legami autentici tra uomo e donna.

L'istituzione matrimoniale è in crisi , non da oggi, ma da almeno un secolo, anche se c'illudiamo che sia un fatto relativamente recente.

Marco Guzzi sta conducendo un'indagine accurata in Rai sui mali del nostro tempo ed i risultati sono sconcertanti, ma veritieri: per il nostro paese, afflitto da calo demografico e della fecondità, abbassamento del livello di responsabilità individuale, di una morale vitale, mancanza di impulsi veri per i giovani ed i meno giovani, sono particolarmente catastrofici.

Sul piano culturale, i drammi di Ibsen, i romanzi di Gide, i saggi di Freud hanno, da tempo, individuato nella famiglia un luogo di "violenza tirannica", d incomprensione rancorosa, di vendette incrociate, di rabbia ineliminabile.

E' dagli inizi del novecento che l'istituto è stato posto sotto accusa, riconoscendo un divario tra forma e sostanza nella convivenza amorosa tra i sessi.


Le coppie di fatto sono in aumento, come separazioni e divorzi.Segni di un cambiamento ulteriore nel costume della società
e nella ricerca non solo della libertà individuale e di coppia, ma di un modo nuovo di ascoltare il proprio spirito, valorizzando l'affettività sincera sull'ipocrisia sociale.

Il prof. Alberoni (honny soit qui mal y pense), esperto d'innamoramenti, ha stabilito la possibilità che, nel corso dell'esistenza, si possa incontrare l'amore al massimo tre volte.
Resta confermata quindi la caducità di relazioni, le qualie, se vengono formalizzate con nozze civili o religiose corrono, comunque il rischio elevato di rompersi.
La media della durata matrimoniale pare sia ormai di due anni.

E allora?


Cerchiamo l'amore vero, privilegiandolo rispetto al conformismo, vincendo insulse resistenze di carattere ideologico: sposiamoci pure se lo vogliamo, ma prendiamo atto della fine di un bellissimo sentimento, quando esso si è esaurito.

Ricordiamo, altresì, le perspicaci parole di un grande, inimitabile pensatore, come Nietzsche, il quale affermava profeticamente: "Non sposarsi è un piccolo atto di non conformismo che va assolutamente fatto".

Viva S.Valentino.

mercoledì, settembre 17, 2008

Borges e l'amicizia


“L'amicizia” 

  

Non posso darti soluzioni per tutti i problemi della vita 

  

Non ho risposte per i tuoi dubbi o timori, però posso ascoltarli e dividerli con te 

  

Non posso cambiare né il tuo passato né il tuo futuro. Però quando serve starò vicino a te 

  

Non posso evitarti di precipitare, solamente posso offrirti la mia mano perché ti sostenga e non cada. 

  

La tua allegria, il tuo successo e il tuo trionfo non sono i miei 

  

Però gioisco sinceramente quando ti vedo felice 

  

Non giudico le decisioni che prendi nella vita 

  

Mi limito ad appoggiarti a stimolarti e aiutarti se me lo chiedi 

  

Non posso tracciare limiti dentro i quali devi muoverti, 

  

Però posso offrirti lo spazio necessario per crescere 

  

Non posso evitare la tua sofferenza, quando qualche pena ti tocca il cuore 

  

Però posso piangere con te e raccogliere i pezzi per rimetterlo a nuovo. 

  

 Non posso dirti né cosa sei né cosa devi essere 

  

Solamente posso volerti come sei ed essere tua amica. 

  

In questo giorno pensavo a qualcuno che mi fosse amico in quel momento sei apparso tu... 

  

Non sei né sopra né sotto né in mezzo non sei né in testa né alla fine della lista 

  

Non sei ne il numero 1 né il numero finale e tanto meno ho la pretesa 

  

di essere il 1° il 2° o il 3° della tua lista 

  

Basta che mi vuoi come amica 

  

NON SONO GRAN COSA, 

  

PERO’ SONO TUTTO QUELLO CHE POSSO ESSERE . 

  

  

(Jorges Luis Borges)  

  

  ***** 


   

  

   

Pur essendo un ammiratore di Borges, non conoscevo questo testo, scoperto grazie ad un blog di pregio, che mi suggerisce qualche considerazione malinconica. 

  

Quante volte siamo stati amici ed abbiamo avuto amicizie vere, seguendo i criteri indicati dal grande poeta argentino? 

  

Penso, e sono ottimista, molto poche. 

  

Virtuali o no, ha scarsa importanza, ma le relazioni amichevoli, poiché sono estremamente importanti, sono per ciò stesso rare, senza parlare di quelle fra uomo e donna, le quali, giocoforza, a causa del sesso, sono difficilissime da realizzarsi, benché non siano impossibili o inesistenti. 

  

Nel brano pubblicato si fa riferimento all'amica ed io vorrei avere delle amiche in senso stretto più di quante per mia fortuna ne abbia, atteso il profondo apprezzamento che nutro verso il genere femminile e le sue ineguagliabili qualità. 

  

In passato non mi è capitato spesso, ma, sono tuttora legato a donne conosciute casualmente e rivelatesi delle eccellenti persone, per carattere e sensibilità e ad ex compagne di studi, che stimo senza riserve e sulle quali, come suo dirsi, posso sempre contare. 

  

Un po' meno mi pare di poter dire di ex partner, con le quali mi sarebbe piaciuto intrattenere rapporti affettivi evoluti, al termine della vicenda sentimentale, che invece, forse inevitabilmente, tendevano a distaccarsi in maniera netta e ad allontanarsi definitivamente dalla mia vita. 

  

Oggi, alla lettura di Borges, temo che un tal genere di amicizia, post-amorosa, sia soltanto un'illusione. 

  

Il nobile sentimento che evoca non può confondersi con sotterranee continuate pretese di possesso dell'altro o con le mere convenienze sociali ovvero con l'opportunismo e la coltivazione d'interessi pratici, per i quali fa comodo mantenere un "amico", sfruttando la sua ingenua disponibilità, che priva la formale qualificazione di autentici contributi sostanziali, corrispondenti ad un’effettiva compartecipazione alla sua vita. 

  

E’probabile che sia inevitabile la dispersione di un patrimonio di sentimenti ed emozioni accumulato nelle tempo in circostanze diverse e pertanto sia assai problematica l’aspirazione a conservare intatta quella parte di affetto reciproco per costruire una valida e sincera amicizia. 

  

Lo spirito competitivo, il senso di rivalsa, l'amarezza per la fine di un amore o di qualcosa che gli assomigliava, sono ostacoli spesso insormontabili al conseguimento di un risultato positivo.

giovedì, ottobre 18, 2007


A leggere sui giornali le vicende private di un uomo pubblico c'è da sorprendersi.
Ci viene il dubbio che il matrimonio sia ormai un'istituzione inutile o d maneggiare con estrema cura, almeno in Europa, per ministri e capi di Stato.
Una volta si diceva che la moglie di Cesare dev'essere al di sopra di ogni sospetto!
Ora la regola non vale più.
Le mogli importanti, per una sorta di sadica forse inconsapevole vendetta nei confronti del potere esercitato dai mariti, non solo non nascondono le loro simpatie per altri uomini, altrettanto celebri come il coniuge od anche sconosciuti più o meno affascinanti, ma non nascondono neppure le proprie storie sentimentali, come nel caso di Cecilia, la moglie del Presidente francese, tanto da finire sulle prime pagine dei giornali per i tradimenti inflitti al legittimo consorte.
Non esitiamo a dire che si tratta di un peccato grave contro la morale pubblica, l'estetica, il buon gusto, il rispetto reciproco e contro l'amore per la patria così connaturata al popolo francese.
Scusate la retorica, ma noi solidarizziamo con Nicholas, che avrebbe meritato maggior scrupolo e maggiore attenzione da parte della sua first lady, dando la precedenza assoluta al divorzio sulle avventure sentimentali.
Sarebbe stato tutto più semplice se lo scioglimento del matrimonio, infatti, fosse avvenuto in sordina e prima degl'incarichi di prestigio conferiti al marito, tenuto conto che le debolezze delle femme in questione risultano commesse da un bel po' di tempo.
Ora, il personaggio dell'uomo politico più noto ed ammirato d'Europa, un uomo destinato a rinnovare le imprese di Charles De Gaulle ci sembra più fragile ed indifeso di fronte agli avversari e la sua immagine un po' appannata, per non aver saputo governare, da innamorato, le tresche della moglie financo a causa di un misero, insulso pubblicitario, benché charmant.
In altri tempi non sarebbe accaduto. La fedifraga sarebbe stata almeno ripudiata e mandata in esilio dorato all'estero per farsi dimenticare al più presto.