martedì, giugno 21, 2005

Castrazione?


Il Ministro Calderoli ha proposto d'introdurre la castrazione chimica o chirurgica come pena per gli stupratori.

Sono perplesso, anche se, istintivamente, seguendo la legge del taglione, presumo che molti siano d'accordo, pur non manifestandolo apertamente.

Certo è che episodi come quello del Parco di Bologna, ad opera di spavaldi giovanotti, senza alcuna remora nel violentare le ragazzine, suscitano profonda indignazione e reclamano pene giuste, esemplari e rapide.

Ma così non è. Lo sappiamo benissimo.

A Napoli, un delinquentello, appena patteggiata la pena il giorno prima, è tornato in libertà e ha compiuto un altro furto l'indomani.

Duecento persone, non più tardi di ieri, si sono scagliate contro la polizia, in un quartiere partenopeo, ferendo dodici agenti.

E se la castrazione si estendesse ai delinquenti comuni?

Mi fermo agl'interrogativi.

Non sono convinto che un rimedio drastico come questo possa modificare la situazione.

Francamente, mi pare che ad un'emergenza occorra rispondere con determinazione da parte dello Stato, sia con la repressione che con la bonifica della camorra.

Mancano, però, gli strumenti e gli uomini adatti ad utilizzarli con razionalità e fermezza.

Sono pessimista, quindi, anche sull'efficacia della castrazione.

Oltretutto pare che quella chimica, a base di ormoni, elimini la libido, ma non l'aggressività e, quindi, non limiti la capacità di delinquere.

Rimpiango il Generale Dalla Chiesa.

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