domenica, giugno 26, 2005

Che tristezza il premio Viareggio!




Abbiamo seguito malinconicamente la premiazione degli scrittori candidati al Viareggio.

Quanto tempo è passato dai tempi - poi non troppo lontani né partcolarmente brillanti - dei Répaci e dei Garboli.

Ma oggi la situazione si è ancora di più involuta.

Le case editrici si giocano a carte le designazioni dei vincitori, sulla base, sembrerebbe, dell'andamento della diffusione dei libri, nel corso dei mesi precedenti all'assegnazione del premio, per poi scambiarsi dei contentini tra big dell'editoria.

E allora che pregio letterario si accerta?

E' un giudizio commerciale o culturale, quello che viene decretato dalla giuria ?

Ma poi perché Sicliano, accusato di plagio mai smentito dal musicologo Buscaroli, dev'essere il presidente?

A vedere La Capria, che fa discorsi incomprensibili con incredibili inframmettenze dialettali, senza spiegare alcunché del suo libro-diario ...con "appunti o dialoghi", ovvero il nuovo talento di nome Piperno, il quale, stupefatto, si guarda attorno smarrito,come per dire: ma che ci faccio qui?, ci danno un senso d'infinita frustrazione e tristezza per l'avvenire delle belle lettere.

Si salva il solo Arbasino, che con le sue notazioni critiche sul teatro lirico, se non altro scrive, ancora, in buon italiano e ci lascia qualche intelligente e perspicace commento sul mondo dell'opera.

Nel complesso, un appuntamento inutile.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ho seguito tantissimo quest'anno il premio Viareggio .
Dalle tue parole però capisco che la situazione non è proprio delle migliori .
La cultura è surclassata dagli interessi e questo dispiace .
Vi sono ancora scrittori capaci in giro , ma per farl risaltare bisogna che il mercato la smetta di credere solamente ai soldi .

www.valhalla.ilcannocchiale.it

Saluti
Alessio

Piero Sampiero ha detto...

Sì: E' proprio come dici tu. Non basta il commercio...Ciao.