sabato, giugno 18, 2005

Moby Dick



Le riflessioni post referendarie in tema di valori comuni, attorno ai quali aggregare un nuovo progetto politico culturale, che sappia parlare persuasivamente alla società italiana, in una prospettiva moderna ed europea, portano ad individuare un pericolo assai grave nella ricomparsa all'orizzonte della "balena bianca".

Ci sono personaggi noti, politici navigati, rampanti giovanotti aspiranti leaders e nostalgici del proporzionalismo, che si ritrovano uniti nel delineare, all'insegna di un non meglio definito spirito cattolico, il ritorno di una Moby Dick, erede dell’"ancienne régime" consociativista, in cui far affluire tutte le anime della partitocrazia più becera, sotto un mantello neoguelfo a copertura dei vecchi traffici dominati da clientele e voti di scambio.

L'ansia di rimettere al centro delle aspettative moderate almeno una balenottera, che consenta di soddisfare le ambizioni personali dei carrieristi della politica e degl'inconsolabili vedovi della mediazione tra tutto e tutti, pur di ottenere un po' di potere, dovrebbe essere invece contenuta con decisione, se non si vuol perdere, forse, l'ultima occasione di un rinnovamento autentico delle istituzioni e di una più ampia apertura alle componenti sociali più affidabili per la costituzione di un'alternativa credibile nel governare il futuro.

La fortuna di movimenti come Forza Italia o la Lega e la stessa affermazione di AN e UdC, in passato, era chiaramente riconducibile alla volontà degli elettori di rifiutare il vicolo chiuso aperto da "tangentopoli" e, nel contempo, alla scelta determinata di farla finita con i professionisti dei partiti della prima repubblica.

Ora pare che le motivazioni, che servirono a far nascere una nuova leadership, siano state dimenticate dal fronte moderato.

Le spinte eccentriche e la malcelata paura di perdere il cadreghino spingono molti esponenti di primo piano a cercare "culture di riferimento" nel passato deteriore, nel regime dei compromessi ed a sognare la restaurazione del biancofiore democristiano, vale a dire di un cetaceo capace d'ingoiare qualsiasi detrito.

Vorremmo ricordare a quanti si agitano, smaniosi di resuscitare i fasti dei meschini cabotaggi tra politica, clientes, ed affari, che l'opinione della cosiddetta maggioranza silenziosa non è per nulla propensa ad accettare i trucchetti delle tre carte o gl'imbellettamenti di anziane signore o le posticce parrucche atte a nascondere il grigiore delle capigliature o l'incipiente calvizie.

Renzo Foa indicava, in un articolo recente, che il principio, al quale ancorare l'avvenire del paese, è costituito dalla centralità della persona umana e dalla riforma liberale, cui si può aggiungere un nuovo senso comunitario e libertario contro le numerose, sotterranee lobbies, i poteri forti, i difensori dei privilegi dei boiardi, i trasformisti e gli affossatori dei ceti produttivi, medi e popolari.

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