Enzo Tortora. Sembra passato un secolo.
Eppure si è sacrificato un uomo, un personaggio pubblico intelligente e garbato sull'ara della giustizia spettacolo, mandandolo a morire, dopo avergli inflitto torture e sofferenze morali d'inaudita violenza.
Camorrista, trafficante di stupefacenti, inchiodato dai pentiti: erano i primi esperimenti di questa formula ambigua, tolta di peso dalla lotta al terrorismo.
Tortora una vittima. Ma anche un monito per tutti noi.
Ancora nessuna riforma è stata fatta in maniera adeguata.
La legislazione sul pentitismo è sempre ambigua e la libertà, i diritti dell'indagato, dell'imputato sono, a volte, del tutto incerti.
Il famoso referendum sulla responsabilità civile dei magistrati è rimasto sostanzialmente inapplicato, nonostante la chiara pronuncia popolare.
Sembra a volte che la Colonna infame del Manzoni sia sempre presente tra noi.
Ricordiamoci di Tortora per non condannare a priori, utilizzando magari il circuito mediatico-giudiziario, per fare giustizia sommaria e partigiana.
2 commenti:
Bel post, complimenti.
Babs
Grazie a te, Babs.Saluti.
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