lunedì, marzo 26, 2012

Chi crede di essere Carlo Freccero?



Ma chi crede di essere Carlo Freccero?





La sua immagine è fin troppo nota al pubblico televisivo e la fissità del suo sguardo, perso nei propri pensieri, quasi sempre sospesi tra odio ed aggressività, al di là di un approssimativo sorriso di maniera, non si può dire che predispongano alla simpatia e all'attenzione, né il linguaggio,  imperlato di goccioline di fatica sovrumana, per l'oggettiva difficoltà ad interloquire con il prossimo, non lo accreditano certamente come un personaggio di talento, ma piuttosto come un settario di stampo stalinista.

Ero rimasto all'ultima sua performance sul trespolo di Anno Zero (in compagnia del furbo contadinotto Antonio Di Pietro, entrambi accomunati dall'incurabile malattia giustizialista e dall'inestirpabile tendenza presenzialista), tutto intento a beatificare il geniale Celentano sanremese, interpretando la religione cristiana come l'altra faccia della medaglia marxista, antesignana della rivoluzione, della realizzazione del paradiso in terra. 

Ora, invece, ci si accorge che il primigenio e ricchissimo dirigente Rai, l'artefice insostituibile dei meravigliosi programmi del servizio pubblico, tesi a creare l'uomo nuovo del secondo millennio, manco a dirlo, fabbricato con indelebile impronta leninista, e pronto a combattere, al segnale di Pavlov, la reazione in agguato, non pone limiti alla propria onnipotenza e all'innata vocazione a divulgare il libretto rosso di Mao, ad esibire le tavole della legge totalitaria, a stabilire, da perfetto mandarino, di volta in volta, ciò che è giusto e ciò che è ingiusto per il bene della causa.

Un giovane garbato, benché tosto, redattore delle pagine culturali di 'Libero'( inorridite gente!), Francesco Borgonovo, ha avuto la malaugurata idea di criticare la messa in onda in prima serata, sulla Tv pubblica, ad opera dell' ideologo Freccero, di una serie dedicata al sesso generalista (ivi compreso quello omofilo), atto ad erudire i pupi sui liberi costumi, ormai diffusi in tutta Europa tra adulti consenzienti, a dispetto delle conclamate, quanto introvabili, radici cristiane del vecchio continente.

Di quale peccato si è macchiato Borgonovo? 

Non tanto di aver rappresentato una voce diversa, non laicista, ma tendenzialmente rispettosa della religione cattolica, quanto di aver registrato una telefonata isterica, colma d'insulti ed invettive, rabbiosa e persecutrice del nostro magnifico e progressivo dirigente Rai, depositario non solo della verità rilevata, ma anche unico possessore della sola cultura che conti, quella post-comunista o radical chic e (udite, udite!) di averla resa nota, pubblicandola sulle pagine del suo quotidiano.

Ma come? 

Il deus ex machina della Televisione di Stato ingiunge all'articolista di un foglio conservatore di leggere dei libri e questi ha l'impudenza di andare a spifferare al mondo intero le parole biliose di un grande intellettuale di estrema sinistra, anziché cospargersi il capo di cenere, chiedere perdono ed inchinarsi di fronte al grande uomo di cultura?

Incredibile.

Anni di esercizio del potere di manipolare le masse hanno reso Freccero del tutto indifferente alla società reale: egli è pervicacemente convinto di dettare il galateo e ancor più d'impartire con supponenza lezioni culturali. 

Ma di quali libri parla?

Quelli che andavano di moda nel '68?

Quelli dei suoi maitres à penser, autori morali o materiali di stragi terroristiche? 

Oppure dei sempinterni visionari fanatici della rivolta bolscevica così ben definita dal compagno Fantozzi, a commento del capolavoro della cinematografia sovietica, come una c..... pazzesca?

Non si accorge che, nelle sue apparizioni e nei suoi stentati comizi, assomiglia, ogni giorno di più, alla figura del trinariciuto, fumante di collera, delle vignette di Guareschi e che i suoi banali tentativi d'incarnare un rosso gerarca addetto alla propanganda di regime sono solo patetici?