mercoledì, giugno 15, 2005

Laico? Che vuol dire?

Il Prof. Fabbris, insegnante di sociologia all'Università di Milano, ha lamentato con indignazione l'alto numero di astensioni all'ultimo referendum, causato, a suo dire, dalla disinformazione esistente nel Paese.

A convalida della sua affermazione, ha citato il risultato di un'indagine, condotta dalla sua facoltà, per verificare la conoscenza del significato della parola "laico" presso la popolazione, concludendo che la maggior parte degl'interpellati non sa che vuol dire.

Si conferma quel che sapevamo: gl'italiani non sono molto istruiti ed è inutile, secondo noi, sprecare i soldi del contribuente, per appurare fino a che livello di penetrazione si è insinuato un aggettivo, ampiamente manipolato dall'ideologia neo-illuminista, a cui, evidentemente, la ricerca sociologica, in mancanza di argomenti culturalmente più elevati, tiene miseramente bordone.

Ma, oltre ad avanzare riserve sulla concezione della democrazia, di cui fa sfoggio il mondo accademico - come a dirci che solo chi è acculturato in una certa direzione, è degno di essere preso in considerazione nelle competizioni elettorali - contestiamo la scelta del termine utilizzato per decifrare il grado di preparazione e di consapevolezza democratica del nostro popolo.

Siamo sicuri che l'inchiesta demoscopica avrebbe dato gli stessi esiti, se gl'intervistatori avessero utilizzato le parole "cattolico" o "religioso"?

Non sarà che le radici culturali della popolazione italiana debbano essere ricercate in altra direzione, adottando strumenti meno semplicistici, con buona pace dei sociologi e dei maitre a penser incartati in presuntuose certezze, il più delle volte prive di riscontri nella vita reale?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il ragionamento mi sembra sensato. C'è un'attitudine mentale da rivedere su questi temi. Saluti.

Wind Rose Hotel

Piero Sampiero ha detto...

Infatti.E' l'impostazione mentale il problema. Grazie del commento. Cordialità.