venerdì, settembre 23, 2005

Non tutto è perduto






Se si fosse andati al voto, dopo le regionali, per il centrodestra e per il paese sarebbe stato un massacro(li vediamo i governatori come arrancano, dopo aver esultato per la vittoria elettorale...e quanta delusione c'è fra i cittadini, che pensavano ingenuamente di riavere l'albero della cuccagna, abolito dall'euro e dal deficit pubblico ingovernabile).

Il guaio purtroppo nasce, non tanto dall'aver caparbiamente voluto finire la legislatura (il che sarebbe normale in una società dove l'alternanza politica è la regola), quanto dall'aver perso tempo dietro i giochetti di potere degli alleati, facendo perdere credibilità alla "casa delle libertà".

La rimonta sul piano dell'immagine e di un nuovo appeal presso l'opinione pubblica, anche se i margini sono stretti, rimane possibile, a condizione che il premier e gli altri leader della coalizione sappiano rendersi conto delle esigenze dei moderati, i quali vogliono una politica rigorosa sotto il profilo economico e del cammino per il rinnovamento delle istituzioni, ed un patto tra i partiti della coalizione di governo finalmente solidali, per elaborare un programma coerente da proporre alle prossime elezioni, sfruttando al massimo le contraddizioni presenti nell'"unione".
Una nota a margine dell'articolo di Angelo Panebianco sul "Corriere" s'impone.

Sembrava che il quotidiano di via Solferino avesse cessato le ostilità nei confronti del cavaliere, ma da qualche giorno esse sono riprese anche per mano d'intellettuali liberali (valga anche l'esempio di Piero Ostellino, che ha sparato a zero contro Berlusconi in un'intervista radiofonica): francamente l'atteggiamento aggressivo posto in essere dal giornale, nonostante gli errori del centrodestra, pare eccessivo e fa riflettere seriamente suilla reale indipendenza della stampa italiana.

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