mercoledì, settembre 14, 2005

Che noia SuperquarK!



Ci scusi l'esimio Piero Angela, ma ci aspettavamo di più dalla trasmissione di ieri sera su Albert Einstein.

In termini divulgativi, a mala pena siamo riusciti a capire grossolanamente la teoria della relatività ed il busillis dello spazio e del tempo, una volta separati e poi unificati per rendere un beneficio alla fisica elettromagnetica.

I soliti fumetti per poveri scemi non ci hanno reso più stimabile il poderoso fisico ebreo-americano ed ex tedesco.

Lo hanno fatto apparire nella maniera più oleograficamente odiosa, come una specie di clown che si divertva a stupire i borghesi dell'epoca con frasi semplici e banali, a cui attribuire i connotati della genialità nascosta.

Battute da deficienti contornavano gli episodi significativi della sua carriera di scienziato, ancora oggi insuperato, ma sicuramente più lucido ed accorto anche nella vita di relazione e nelle considerazioni politiche, di quanto il programma abbia voluto far supporre.

Il feroce revirement nella costruzione della bomba atomica con le lettere inviate a Roosvelt, prima per incoraggiarlo a studiare la sua realizzazione, e poi per impedirne la prosecuzione, a causa della catastrofe che avrebbe provocato nei secoli a venire, appaiono come una favoletta dei fratelli Grimm, ed Eistein non ci fa una bella figura a passare per un povero sprovveduto, un Don Chisciotte che combatte su più fronti, per la democrazia, la libertà e la pace contemporaneamente, senza ottenere che la guerra e le stragi inumane compissero il loro corso con Hiroshima e Nagasaki.

Ma in più, abbiamo dovuto fare uno sforzo notevole per arrivare alla conclusione del programma, a tratti estremamente noioso e con interviste a personaggi famosi nel campo della scienza, i quali ripetevano luoghi comuni e monotoni refrain sulla bellezza della ricerca e sulla sua continua aspirazione alla verità costantemente frustrata.

E' stato un caso che non ci siamo messi a russare rumorosamente, col rischio di svegliare il povero Albert, il quale credeva comunque nell'armonia universale. Affermazione confortante per noi poveri mortali.

Nessun commento: