venerdì, luglio 15, 2005

Le bombe di Giannini



Chi l'avrebbe detto che il vice direttore di Repubblica fosse capace di analisi così esatte e concise sul terrorismo in Irak ?

Che potesse elargire spiegazioni tanto convincenti e sottili sulle cause degli attentati contro la popolazione civile(compresi i bambini), enunciando il suo geniale ed equilibratissimo punto di vista in materia di bombe?

E' stata una vera rivelazione apprendere dall'esimio giornalista ( spesso in ombra, alle spalle del direttore) che non è ammissibile giustificare il massacro di fanciulli con il fatto che la guerra l'ha voluta Bush e potrebbe, quindi, essere ascritta a lui la vera responsabilità della strage.

In realtà la strage è colpa dei terroristi ! Sentenzia l'illustre pensatore, non mancando di formulare una fondamentale considerazione sulle motivazioni ideali dei "resistenti" iracheni, suggerendo le regole da seguire.

Se proprio devono colpire le potenze capitaliste, lo facciano con attentati diretti contro la Casa Bianca ed i vari parlamenti nazionali !

Sancisce così Massimo Giannini le regole d'ingaggio del nuovo terrorismo, nel nome della resistenza e del progresso, assolvendo e legittimando i metodi proditori dei banditi e degli assassini islamisti.

Essi possono attaccare giustificatamente, seguendo tali argomentazioni, le sedi istituzionali dei paesi occidentali. Come dire che, in quegli ambiti, i massacri sono giustificati.

Un bell'esempio bipartisan, non c'è che dire.

Lasciate da parte le piccole creature, la cui morte - bontà sua - non si può (purtropppo?) far risalire all'America guerrafondaia, i kamikaze si possono impegnare ad libitum contro i rappresentanti e le classi politiche dei paesi occidentali, attentando liberamente in quei luoghi dove ordinariamente svolgono la loro attività o magari soggiornano...

Questo il senso del suo ragionamento.

Il terrorismo rispetti un minimo di faire play, santi numi ! e poi lanci tutte le bombe di cui dispone come e quando vuole.

Non sappiamo bene se attribuire le avventate parole di Giannini ad un transfert, un lapsus freudiano, una comprensione profonda dei fratelli fondamentalisti, ovvero a semplice dabbenaggine o precoce senescenza.

Nei panni del direttore del giornale, comunque, ci preoccuperemmo seriamente della disinvoltura e dello spirito sportivo del suo vice.


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