martedì, luglio 26, 2005

La vergogna


Ci sono persone istruite, che non conoscono bene il significato delle espressioni pronunziate.

Le parole sono pietre. Bisognerebbe pesarle prima di lanciarle. Conoscere il loro valore, sia in senso apprezzativo che riduttivo o addirittura distruttivo.

Ma non è così sempre.

Vi sono alcuni, specialmente tra le nuove generazioni, che hanno perso l'occasione d'imparare compiutamente una lingua, a causa del degrado della scuola pubblica, ma anche per pigrizia, e non conoscono neppure l'umiltà di verificare grammatica, sintassi, vocabolario onde accertarsi se quel che dicono abbia un senso logico compiuto, una giustificazione epistemologica ed un valore.

Il logos. Il verbo.

Abbiamo dimenticato quale alta vetta rappresenti e non siamo in grado d'insegnarlo ai giovani o giovanissimi.

E' vero quel che ha osservato un commentatore del post dedicato all'oscenità del linguaggio, che sembra divenuta moneta corrente: non è detto che i termini volgari non siano usati frequentemente e con estrema disinvoltura da persone adulte, mature.

Penso che sia una giusta osservazione.

Se i genitori - come spesso capita - imitano i figli o tendono ad arruffianarseli, perché non hanno nulla da testimoniare o da tramandare, né da farsi contestare sul piano delle idee(com'è naturale avvenga tra differenti età), c'è da meravigliarsi se cogliamo, nella bocca del prossimo, insulti gratuiti, accuse senza fondamento, che attingono al gergo peggiore e tendono a colpire, denigrare, annientare con gratuità e criminale leggerezza soltanto chi si reputa distante da se stessi, per cultura, educazione, buon gusto, sensibilità, gentilezza d'animo?

Così va il mondo: perfino la pietà è un'immagine, uno slogan un'icona ideologica, infernale.


Sulla dialettica ricca di vita e di simboli vince lo schematismo dell'ideologia, la mala fede di marca totalitaria, il messaggio di morte.

Tout se tien.

I guru degli ultimi cinquantanni raccolgono i loro frutti avvelenati che nascono sulle labbra di discepoli patetici, poveri di spirito, ma pronti ad aggredire senza motivo per calmare le proprie frustrazioni.


Questa è la vergogna.

Pensare che la verità sia un'etichetta dell'ultimo cd dell'ultimo cantore del nulla.

E coloro che vomitano frasi senza senso sono i figli della stessa tragica miseria: burattini urlanti tra la folla anonima tesi a coprire il vuoto della propria anima.

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