giovedì, ottobre 13, 2005

Uomini e topi



Mi ha stupito l'approccio del Prof. Gessa, farmacologo dell'Università di Cagliari, nel trattare il tema della droga in modo piuttosto "minimale".

Sarà stata una mia impressione, ma nella trasmissione di Bruno Vespa di due giorni fa, il competente studioso parlava del problema come un entomologo discetta d'insetti e riconduceva tutto alla "dipendenza", la quale, di per sè, non creava che rischi collaterali per le conseguenze derivanti dall'abuso delle sostanze assunte.

Egli si riferiva alle cinque specie di droghe naturali (cocaina, eroina, morfina, alcol, nicotina).

Sono rimasto un po' sconcertato, perché pareva che tra le varie categorie non vi fosse differenza profonda. Anzi sembrava che alcol e nicotina fossero in qualche modo più pericolose per l'organismo rispetto alle altre.

E'possibile che la scienza medica non abbia stabilito altri danni diretti per il fisico, oltre alla dipendenza?

Intervistato stamattina a proposito delle ultime ricerche sugli effetti della cocaina, il Prof. Gessa ha indicato il potenziale pericolo per il cervello, venuto alla luce da alcune ricerche scientifiche sui topi.

L'effetto prolungato della droga si concentrebbe in un'area profonda cerebrale, abbassando i freni inibitori per la ricerca di soddisfacimento dei desideri da cui si dipende.

La mancanza d'inibizioni è facilmente immaginabile quanti danni può determinare nella personalità e nel comportamento e nei riflessi sociali.

La medicina studia farmaci che contrastino la perdita dei controlli cerebrali.
E quindi non si tratta di acqua fresca...

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