venerdì, ottobre 21, 2005

Sono solo canzonette


Ma chi crede di essere Celentano?

Veramente a furia di essere osannato anche per le sue incertezze e indecisioni nel parlare, le pause di un eloquio approssimativo e poco efficace da persona semplice e poco istruita, ma anche avvezza alle furbizie del mondo dello spettacolo, dove perfino i propri difetti possono tramutarsi in pregi, l'ex orologiaio crede di essere un guru?

Come altri suoi colleghi, che scambiano le canzonette per ragionamenti articolati di tipo letterario o filosofico o politico, incoraggiati da un pubblico incolto ed istintivo (per il quale l'apparire vale molto di più dell'essere e la leggerezza e superficialità delle note musicali costituisce tutto l'universo possibile), pensa di poter dare lezioni morali ed indicare la strada della libertà?

Ieri abbiamo visto l'ennesima esibizione nazional popolare dell'ex molleggiato e ci è parso un po' affaticato nel recitare il ruolo del Savonarola dei Navigli, nella cui acqua inquinata si possono immergere panni sporchi di qualsiasi provenienza, tanto non cambia nulla.

Ci dispiace solo per Depardieu, che ha avuto un bel daffare per apparire in sintonia con un padrone di casa inadeguato , balbettante e a disagio di fronte ad un attore di vaglia, per di più francese e libero da quei condizionamenti postcomunisti, a cui invece l'anfitrione non ha potuto sottrarsi, ripetendo i soliti luoghi comuni sulla censura del centrodestra e sui poveri miliardari perseguitati come Biagi, Luttazzi, Annunziata, Santoro.

Dato il battage pubblicitario, che aveva preceduto il lancio della trasmissione, pensavamo che il primo rocchettaro d'Italia fosse in grado di un gesto anticonformista, come a volte i cantautori sono capaci di fare, almeno in qualche raro momento di verità.
E invece no.

Il Nostro si è appiattito nella piaggeria più strisciante per il vero potere e le lobby che gestitscono ancora l'industria culturale e dello spettacolo, quelle della sinistra più becera, quella che rimpiange ancora il Che e non trova in casa neppure un piccolo Zapatero, ma è costretta ad accontentarsi del Sig. Mortadella.
Poco male in fondo.
A dispetto dell'esultanza dei disobbedienti e no global televisivi, profumatamente pagati dal contribuente, personaggi alla continua ricerca del posto fisso nell'ente radiotelevisivo, inteso alla maniera di "cosa nostra", infischiandosene del servizio pubblico, non tutti la bevono.

Non cantino vittoria troppo presto quanti sono abituati a correre in soccorso del vincitore, nel segno del più basso conformismo italico.

C'è seriamente il rischio per loro che l'opinione pubblica - di fronte a spettacoli indecenti come quello offerto da Celentano - reagisca in senso contrario.
I guitti troppo zelanti con il principe suscitano disgusto nelle persone di buon senso e, alla fine della festa, rimangono solo le canzonette.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Caspita Ussaro.
Uno dei migliori post che ho letto ultimamente.
Credo proprio che ritornerò con più frequenza a visitarti.
Valeforn

Piero Sampiero ha detto...

Grazie Valeforn, mi fa piacere il tuo apprezzamento. Vivissime cordialità.

Anonimo ha detto...

Vedo che sei già al lavoro.Complimenti alla tua costanza nonostante i tentativi di criticità. Fr.

Piero Sampiero ha detto...

Il lavoro è lavoro...Ma il senso critico è sempre presente.Grazie.

Anonimo ha detto...

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