martedì, ottobre 25, 2005

Sulla libertà (Omaggio a Stuart Mill)


Vi è una sfera di azione nella quale la società, in quanto distinta dall'individuo, ha soltanto un interesse indiretto, se mai ne ha alcuno. Essa comprende tutta quella parte della vita e del comportamento di un uomo che riguarda soltanto lui o se riguarda anche gli altri richiede un consenso o una partecipazione liberi, volontari, e non ottenuti con l'inganno.

Questa è la ragione propria della libertà umana.
Essa comprende innanzitutto la sfera interiore della coscienza, libertà di pensiero e di sentimento, assoluta libertà di opinione in tutti i campi, pratico e speculativo, scientifico, morale o teologico.
Secondariamente, questo principio richiede la libertà di seguire i propri gusti e le proprie inclinazioni, ovvero di programmare la nostra vita in conformità al nostro carattere, di fare quel che ci piace, con tutte le possibili conseguenze, senza essere ostacolati dai nostri simili, fintantoché non arrechiamo loro danno, anche se essi dovessero ritenere il nostro comportamento stupido, sbagliato o perverso.
In terzo luogo dalla libertà di ciascun individuo, entro gli stessi limiti, consegue la libertà di associazione fra gl'individui: la libertà di unirsi per uno scopo qualsiasi che non nuoccia agli altri, posto che si tratti di persone adulte, non costrette con la forza o con l'inganno.

L'unica libertà degna di questo nome è quella di perseguire il proprio bene a proprio modo, fino a che non cerchiamo di privare gli altri della loro o di ostacolare i loro sforzi per ottenerla.
Ciascuno è il guardiano naturale della propria salute, sia fisica che mentale e spirituale.
L'umanità trae maggior vantaggio dal lasciare che ciascuno viva come meglio gli sembra, che non dall'obbligo a vivere come sembra bene agli altri.


John Stuat Mill

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