venerdì, marzo 25, 2011

Politica politicante

A furia di sentir parlare i soliti tromboni, ci stancheremo della politica politicante?

Ormai i talk show stanno pericolosamente uniformandosi uno all’altro.

Anche Anno Zero pare stia immergendo i propri panni nell’ammorbidente del cerchiobottismo, per non aprire ulteriori contenziosi con le commissioni parlamentari di vigilanza e con la tendenza a porre pesi e contrappesi, per garantire pari opportunità ai  partiti lottizzatori.

Naturalmente a farne le spese è l’utente, ovvero il cittadino, il quale poco alla volta si allontana dai programmi, sentendosi vittima di una truffa generalizzata.

E’ guerra tra tv privata e pubblica, ma, un po’ come è successo con la mafia, alla fine si arriva a patti. 

Si lascia una zona grigia di confine che fissi i rispettivi limiti, nell’ambito dei quali ognuno può fare ciò che più conviene al padrone, cioè in definitiva alla partitocrazia.


Dietro ad ogni intrattenitore c’è uno schieramento, uomini di partito,  questo o quel personaggio dell’apparato o capo-bastone che dir si voglia.

Siamo ormai ad una spartizione diffusa tra maggiorenti: ma il pubblico resta fuori da qualsiasi considerazione , è solo oggetto di manipolazione.

Se fossimo un paese serio attento ai diritti di libertà, avremmo attuato una vera liberalizzazione, abbattendo monopoli od oligopoli e i vari conflitti d’interesse. 

Lo stato, nonostante l’elefantiasi burocratica non è più in grado di garantire il rispetto delle regole del gioco, né un vero servizio pubblico. La gente comune, quella che conserva un po’ di spirito critico, si accorge di essere manipolata dalla casta, o dalle caste, al potere e di dover sottostare a giochetti privi di significato.

In un Comune di una certa consistenza, dopo la spaccatura del pdl, si è aperta una crisi elettorale che fa capo a due candidati sindaci, entrambi esperti navigatori nel mare magnum degli scambi elettoralistici. 

Alle prossime amministrative ci si sarebbe aspettato un panorama rinnovato ed invece,  a destra come a sinistra (compresi i ‘ribelli’ futuristi, ora alleati con gli avversari tradizionali di ieri), ci si trova di fronte alle solite facce dei professionisti della politica, partitanti consapevoli del fatto che il proprio scopo sia quello di guadagnare, in un modo o nell’altro, prebende e benefici per sé e il proprio gruppo, i propri familiari, nepotes e clientes.

Ci si meraviglia che in campo nazionale ci sia un’ associazione  di responsabili, che baratta i propri voto con incarichi ministeriali e poi è facile verificare alla periferia, in regioni province e comuni, che la solfa è la stessa.

Da dove crediamo che venga fuori l’aumento del trenta per cento della corruzione nell’anno passato, i sessanta mld di euro, frutto degli affari più evidenti tra la burocrazia e le lobby, gli imprenditori spregiudicati e la piccola, rampante delinquenza di arrampicatori sociali, come denunciato dalla Corte dei Conti?

Prepariamoci ai referendum e alle prossime consultazioni con l' inquietante previsione non di guadagnare spazi per la società civile, ma di avere un aumento dei legami mafiosi e del potere delle cricche, nonché del numero di schiavi del fisco e delle finanze locali dagli appetiti sempre più sviluppati.

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