giovedì, marzo 03, 2011

Estetica o Politica ?


Nel marasma contemporaneo, che riguarda non solo ilo nostro paese, ma in cui l’Italia pare   si collochi ad uno dei primi posti in Europa, le persone di buon senso s’interrogano quotidianamente se valga la pena di impiegare le proprie energie a star dietro alla politica.
Ora è chiaro che all’alta politica, quella nobile e superiore disegnata da Aristotele ed i greci, nessuno può dichiarare di non essere interessato, ma, appunto, quella è un’altra cosa, rispetto allo spettacolo deprimente di una società e di istituzioni ridotte al lumicino, ad una sortr di recita scolastica, in cui i più bravi sono buoni a dire, scuotendo la testa, che non è il caso di preoccuparsi: in fondo tutto tiene e, prima o poi, si uscirà dal tunnel.
Poi si verifica che i morti ammazzati in Afghanistan aumentano progressivamente e ci si avvede di un’altra realtà, di cui non si tiene sufficientemente conto,  riepilogata correttamente dalle parole di E. Luttwak, nel momento in cui ha affermato come per l’America sia sostanzialmente affidabile solo un’istituzione,  il  sistema di Difesa italiano, ad onta dei rappresentanti provvisori del nostro Governo.
Il paese reale e quello legale si fronteggiano,  dunque?
Sì, ma solo in un certo senso.
Vale a dire: mentre il popolo ha i rappresentanti che si merita,  e con cui stringe elettoralmente un patto scellerato basato sul voto di scambio e sul reciproco compromesso del do ut des, a dispetto di ciò che è lecito o illecito, onesto o disonesto, consentendo alla partitocrazia di dominare comunque la scena, ci sono ceti, categorie di persone (una minoranza) che pensano ancora a servire lo stato e pensano in termini di bene comune.
I militari sono un esempio, elevato e ancora valido, sebbene non siano gli unici esponenti di un’altra Italia.
C’è gente volta a fare i conti con le proprie effettive capacità ed il  senso di responsabilità, che tira quattro paghe per il lesso, incapace di adattarsi al modus vivendi attuale, che fa del bunga bunga una innocente barzelletta o vorrebbe i propri figli impegnati in veloci carriere nei partiti o nelle aziende di stato o alla tv o nel calcio, propensa agli espedienti, intenta a cercare scorciatoie per ottenere denaro facile, privilegi mal guadagnati  e presuntuosamente convinta della superiorità della furbizia e dell’intrallazzo per vivere bene alle spalle dei fessi.
E allora?
Ci si può accontentare di avere  una porzione di società, caratterizzata da senso del dovere, fair play, attaccamento al bene comune, speranzosa di realizzare un domani migliore ?
Ci sono comunità, corpi intermedi,  che sono certamente degni della nostra attenzione, non tanto sul piano politico o morale od etico, quanto sul piano estetico.
Sembra un paradosso, ma quando vediamo esempi di sacrifici e di generosità, di onestà e nobiltà d’animo, osserviamo l’immagine del bello.
Ecco dovremmo  pensare  alla bellezza, per non sporcarci con il fango di gran lunga prevalente e mantenere uno spiraglio di luce per il futuro.

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