martedì, dicembre 06, 2005

Addio "Piccola Parigi"

Convocati gli stati generali nella storica aula consiliare del Comune di La Maddalena, che si fregia, fra l'altro, di una dedica al Municipio da parte dell'eroe dei due mondi, il Governatore Soru ha fornito alcune indicazioni sulla riconversione dell'Arcipelago, dopo la fine dell'economia "militare" ( a seguito delle dismissioni della Marina italiana e di quella statunitense), richiamandosi - con un excursus storico un po' incerto - al periodo di massimo splendore dell'Isola , già definita la "Piccola Parigi", ed incitando gli abitanti ad aver fiducia nel turismo, finalmente libero di espandersi, eliminate le remore imposte dalle stellette, dal dopoguerra ad oggi.
Alcune imprecisioni non trascurabili hanno punteggiato il discorso del Presidente della Regione, apparso un po' a disagio per lo smantellamento della base di appoggio dei sommergibili Usa, decisa probabilmente troppo presto, rispetto alle sue personali previsioni.
Storicamente, ha mancato di ricordare che la "Piccola Parigi" nacque tra le due guerre mondiali per la realizzazione di un'invidiabile ( dal punto di vista strategico - difensivo) piazzaforte militare, consistente nella costruzione di numerosi manufatti - fortini e batterie - scavati nelle rocce di granito e nascoste alla vista, dal cielo e dal mare, e, quindi, già allora, perfettamente inseriti nell'ambiente naturale, oltre ad insediamenti di vario genere per le diverse forze armate, le quali crearono un circolo virtuoso sul piano economico-sociale e culturale, tanto da porre in una posizione preminente La Maddalena rispetto ad altre zone della Sardegna.
Non ci pare appropriato dire - come ha fatto Soru - che cittadine come Olbia erano legate all'agricoltura e borghi come Palau erano poco più che un attracco per le navi.
Ma è senz'altro vero che il progresso dei maddalenini rispetto a quello delle altre popolazioni sarde era indiscutibile e che questo primato probabilmente è durato, mutatis mutandis, fino ad oggi.
La "Piccola Parigi" con i suoi negozi, teatri, navi militari e mercantili, un fiorente mercato generale ed ittico, era già inserità all'inizio del 900 tra le cento piazze d'Italia ed il titolo di città.
Ma questo avveniva per merito e come conseguenza delle attività legate al Ministero della Difesa, come del resto avvenne in tutto o in parte con Livorno, La Spezia, Gaeta, Taranto, Brindisi, Messina.
I legami con la Regia Marina Sardo-Piemontese risalivano, del resto, ai tempi della rivoluzione francese e al tentativo di conquista dell'Arcipelago da parte del luogotenente Napoleone, per conto della Convenzione, con l'assalto all'isola di Santo Stefano, respinto per il coraggio del nocchiero Domenico Millelire, prima medaglia d'oro al valor militare dello Stato italiano.
Ora, nessuno pretende che il Governatore - prima di lanciarsi in azzardati paragoni storici- abbia avuto la possibilità di leggersi uno dei tanti libri dedicati alla storia della Maddalena, ma abbia almeno l'accortezza di lasciar da parte il riferimento alla "Piccola Parigi", che ormai non esiste più e non può, per le diverse circostanze attuali, costituire uno slogan per il futuro turistico, che dovrebbe arridere ad una comunità smarrita e fortemente preoccupata per l'avvenire dei propri figli.
L'ineffabile Governatore, con incauta leggerezza ha inoltre dimenticato di ricordare che la Maddalena, nonostante la presenza militare (la quale ha avuto il merito, fra gli altri, di salvaguardare l'Arcipelago dagli scempi urbanistici di altre parti della Gallura e dalla distruzione dell'ambiente), è stata tra le prime località della regione a valorizzare, con metodi che oggi si definiscono compatibili con l'equilibrio naturale e paesaggistico, le potenzialità legate al turismo con la creazione del primo villaggio del Club Mediterranée in Italia, fin dagli anni cinquanta, e la costruzione d'insediamenti del Touring Club, della Valtour, del Centro Velico di Caprera, tra gli anni sessanta e settanta, attirando costantemente villeggianti pù avvertiti e qualificati di quanto non avvenga ogni estate in Sardegna con l'invasione estiva delle frotte predatrici del "mordi e fuggi".
Oggi non rimane che puntare sul Turismo, con la T maiuscola, ha ripetuto con monotonia Soru, ma come?
Questo è il punto.
Egli ha parlato d'investimenti a favore di questo settore che vanno dai 15 milioni ai 45 milioni di euro ( si vedrà), ma non ha delineato alcuna strategia economica al riguardo.
Solo pannicelli caldi per le infrastrutture, la sanità, l'acqua, il recupero del centro storico, l'artigianato , l'edilizia residenziale, in attesa che gl'imprenditori veri si affaccino sull'isola e decidano d'investire seriamente, e che il Parco Nazionale dell'Arcipelago si trasformi finalmente in motore e promotore di un nuovo assetto sociale e di un nuovo benessere.

Il fatturato di 33 miliardi di vecchie lire prodotto dalla passata economia "militare", non sembra facilmente raggiungibile con la creazione di un attrezzato e moderno cantiere per navi da diporto, l'unico progetto concretamente realizzabile per trasformare il vecchio e glorioso Arsenale della Marina militare.
Un po' poco per vedere risorgere la "Piccola Parigi".