lunedì, agosto 11, 2008

Solgenitsyn: riflessioni su Russia ed Europa





Ho letto una bella intervista al Prof. Victor Zaslavsky, docente alla Luiss, di Stefano Magni, su l'Occidentale (
http://www.loccidentale.it /) , nel quale si rievoca la figura di A.Solgenitsyn.
In essa vengono richiamati anche i rapporti dello scrittore con V. Putin ed alcune consonanze di pensiero sullo Stato russo.
Ho esposto alcune osservazioni che riporto di seguito.
E' certamente difficile districare, dal pensiero di Solgenitsyn, quanto di valido la sua visione del mondo sia destinata a mantenere nella dialettica contemporanea, soprattutto in rapporto a fenomeni problematici come la globalizzazione e l'assenza, sulla scena mondiale, dell'Europa come soggetto politico unitario.
Alcuni criteri di valutazione dello scrittore possono essere comunque utili ad una riflessione critica sulla "omologazione" in atto nei paesi europei ed extraeuropei e sui danni del "mercatismo", frutto (parrebbe) di un'alleanza tra politiche di sinistra e capitalismo senza regole.
L'aspirazione ad uno stato unitario, che non sia schiavo di una visione "economicista", attualmente prevalente, e mantenga al suo interno identità culturali differenti, ma non opposte, dovrebbe costituire un progetto politico per gli europeisti convinti e per i paesi dell'Est, che tardano a trovare un coagulo sia economico che politico, senza rischiare fughe centripete, dissoluzioni, disfacimenti, confusioni culturali e nuovi conflitti.
Quello che manca ancora alle sfere europea e post-sovietica è una "volontà comune di programma" per usare un concetto caro ad Ortega y Gasset.
In questo senso, mentre la concezione dell'intellettuale-simbolo della dissidenza conserva tuttora una forte valenza spirituale, pur con i suoi limiti di rigidità e di utopismo, all'occidente europeo difetta una lucida,organica e coivolgente idea del futuro da realizzare.






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