mercoledì, giugno 28, 2006

La libertà - Lettera aperta a Giuliano Gennaio


Caro Giuliano Gennaio,
ho ascoltato l'intervento in qualità di direttore di liberal cafe sull'attività dei blogger, nel corso del convegno di Tocque-Ville, "La città dei liberi", tenutosi recentemente a Sestri Levante e devo dirle, in tutta franchezza, che non lo condivido minimamente.

Molto succintamente, obietto.

Lei continua a parlare dell'ottocentesca distinzione tra progressisti e conservatori, come se fossero categorie reali, quando già Ortega y Gasset, a metà del novecento le definiva semiparalisi mentali.

Che senso ha contrapporre il liberalismo, di cui nessuno, dico nessuno, è tenutario, alla conservazione e al progresso?

Non le basta affermare il primato della libertà sopra a tutto il resto, senza inutili e pericolose specificazioni ideologiche?


Lei, nella stesso incontro ligure, ha anche postulato, con forte determinazione, la necessità di fare politica per i blogger di area.
Ma non si accorge che la gente è stufa di fare politica nei modi tradizionali e desueti, che lei vorrebbe applicare al mondo variegato e vivo del web-log?

L'obiettivo che si propone è di riesumare una certa militanza politica o partitica, attraverso internet, in vista delle prossime europee.
Perché?
Le interessa qualche scranno da giovane aspirante deputato, ambizioso ed intelligente?

Se tiene veramente a diffondere i principi liberali, rifletta bene sulla lezione di Gramsci, a proposito della conquista della società civile attraverso la cultura.

Beninteso, mediti sulla strategia, non sull' eventualità di manipolare le coscienze, alla maniera marxiana.


Oggi, la gente vuole idee non politica. Vuole risposte ai problemi del momento grandi e piccoli, ampie vedute e prospettive, grandi spazi e aria pulita.

Compito dell'intellettuale non è quello di essere organico alla politica, ma di stimolarla, rinnovandola dall'esterno, evitando la trahison des clercs, caro Gennaio, e non di creare yes men al servizio del potere di qualsiasi colore sia, se vuole effettivamente servire la libertà ed il rispetto della persona umana.

Lasci ai partitanti di professione, ai candidati burocrati, ai farneticanti portaborsa la bassa cucina della politica politicante
e si dedichi al think - tanks, a cui seguirà una nuova organizzazione sociale, moderna e rivoluzionaria

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