giovedì, aprile 21, 2011

Tourbillon


C’è un grande turbamento in chi desidera cambiare veramente la struttura di questa società, pur non credendo più alla politica.
Si ha l’impressione di essere presi in una morsa da cui è impossibile fuggire.
I partiti sono alla ricerca disperata di consenso, pur avendo consapevolezza dello scontento generale e della propria incapacità a colmare il vuoto tra paese reale e istituzioni, ridotte ormai a proprietà dei ceti dominanti.
Si parla di sempre maggiori infiltrazioni della mafia nelle liste elettorali e tra gli eletti.
Al sud, al centro, al nord, nessuna differenza sostanziale.
La gente pensa di essere sotto scacco e di non poter essere più rappresentata.
La corsa alle candidature è sempre più appannaggio di persone nullafacenti o interessate ai traffici poco puliti, agli intrallazzi, al vantaggio personale.
E’ un paese che muore.
La crisi immobilizza tutti e si vive nella speranza che non accada il peggio.
I modelli sociali che imperversano sono improntati al cinismo e all’indifferenza.
Il culto idolatrico del denaro s’impone alle varie componenti sociali come l’unico ‘valore’ da perseguire.
Ormai è la guerra per bande che si è instaurata nelle stanze del potere e a nessuno interessa la cosiddetta investitura popolare, anche perché non c’è autentica democrazia, rispetto delle regole, delle minoranze, delle voci diverse.
Un vero e proprio sconvolgimento meteorologico, uno tsunami ha investito ogni parte del territorio e la pesona comune è confusa, disarmata, incredula, senza certezze né difese.
Un turbillon che colpisce financo le coscienze ancora lucide, che vorrebbero reagire, ma non sanno come.

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