mercoledì, aprile 20, 2011

Isola di Spargi addio!


La vendita  di Spargi non è una bella notizia.
L’isola avrebbe dovuto essere acquistata dalla Regione fin dalla passata legislatura.
Cala Granara 1

Non è accaduto per la solita ignavia della politica, che non ha ravvisato evidentemente la possibilità di farne un parco naturalistico da sfruttare economicamente a vantaggio della popolazione.
L’isola è un vero gioiello.
L’Ente che gestisce il demanio non è riuscito a valorizzarla, lasciando che i turisti e i diportisti la incrociassero costantemente nel corso dei periodi estivi e lasciando che alla fine un soggetto privato se ne appropriasse per un prezzo stracciato, magari in attesa di tempi migliori o facendone, con le attuali strutture esistenti, un hotel di lusso per pochi prilegiati, come in parte avviene per la consorella isola di S.Maria (soggiorno prediletto di Benigni ed altri VIP).
E’ inutile menzionare vincoli e divieti a salvaguardia della bellezza di Spargi.spargi
E’ finita un’era.
Non si potrà più dire che fa parte dell’Arcipelago de La Maddalena.
Nelle aspettative di tutti, ci sarebbe dovuto essere un riconoscimento da parte dell’Unesco per l’inserimento di tutto il comprensorio tra i patrimoni dell’umanità.
Chi ha potuto però rendersi conto del suo destino, quando a governare quest’ultimo paradiso terrestre è un pugno di dilettanti dediti a preservare il proprio tornaconto personale piuttosto che la bellezza?
A quanti può importare il bello, oggi?
Neppure alle nuove generazioni, vittime di una sistematica maleducazione all’ambiente, all’estetica, al paesaggio.
Il progresso non ha portato nulla agli isolani autentici, abituati a considerare come proprio un patrimonio inestimabile, ma rassegnati ormai a perderlo nelle mani di una burocrazia costosa ed inetta, ovvero di soggetti che poco o nulla sanno del valore intrinseco di un bene di per sé inalienabile.
Spargi era un lembo dell’ Eden.
Vi si andava in piccoli gozzi, quando il vento di ponente lo permetteva e si faceva il bagno nelle tante calette adatte anche a chi doveva imparare a nuotare e a pescare. Un sogno vivente camminare nei viottoli solitari in mezzo alla macchia mediterranea, svegliarsi al canto del gallo, dopo aver dormito in una delle caserme abbandonate dopo il conflitto mondiale su pagliericci profumati e morbidi di elicriso, pronti a bere il latte appena munto delle capre, vere regine di un territorio incontaminato.
Una meraviglia dissolta per sempre nel tempo.
CalaCorsaraVista

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