lunedì, aprile 11, 2011

Pennacchi Sindaco


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''Uno scrittore per una nuova stagione politica''

Vogliamo veramente rivoluzionare i vecchi schemi della politica politicante?

Dopo l'intervista di Pennacchi alle 'Invasioni Barbariche', i birignao diDaria Bignardi e il niet di Bianca Berlinguer, è chiaro che al connubio del vincitore del Premio Strega con Futuro & Libertà si oppone soprattutto il conservatorismo partitocratico.

Dalle sue parole di uomo onesto e di intellettuale libero, si capisce che il personaggio si colloca al di là della destra e della sinistra tradizionali, e vuole contribuire a realizzare un diverso assetto non solo per Latina, ma per l'Italia intera, di cui rivendica lo spirito nazionale per una 'Nuova Repubblica' e un rinnovato rispetto per le Istituzioni e la Legalità, temi che solo oggi cominciano a far breccia nella sinistra.

Un romanziere che nasce dal popolo, animato da schiettezza, entusiasmo, volontà di superare la palude del paese, non può essere sbrigativamente etichettato come fascio-comunista: è un protagonista a tutto tondo della società civile, una genuina espressione dei ceti prodittivi, un rappresentante delle autentiche aspirazioni delle nuove generazioni e, oseremmo dire, della maggioranza silenziosa della nazione, di quella parte inascoltata e sottomessa di elettorato, purtroppo destinata a perdere ogni chance nel governo centrale e in periferia, per non voler sottostare ai diktat di una democrazia malata e mafiosa.

Pennacchi non parla il politichese, ma comunica un'ansia di cambiamento, che percorre trasversalmente la nostra comunità: non vuole protettorati per la  municipalità, vuole abbattere gl'intrecci tra affari e partiti, vuole la liberalizzazione e un rapporto più stretto tra cittadini e potere, non più inteso come predominio sui sudditi o sinecura per la salvaguardia d' interessi personali.

E dunque?

Meriterebbe di fare il Sindaco, per suscitare energie morali,   volte alla ricostruzione di un'etica pubblica, che sta per essere affossata del tutto dalle caste e dalle cricche, dai faccendieri e dai soliti furbi, che imperversano da troppi decenni.

Fossimo tra i dirigenti futuristi non perderemmo l'occasione di dare un segnale chiaro e forte contro la partitocrazia, candidandolo Sindaco, anche al posto di un serio e credibile uomo di apparato.

Si è ancora in tempo per innescare quella rivoluzione liberale condivisa da un patriota scrittore, da troppo tempo tanto auspicata quanto negata.

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