Monti autoaffonda sotto il peso dello snobismo e dell'autoreferenzalità.
Essendo stato nominato premier per grazia divina, crede di poter
dispensare rabbiosi consigli a destra e a manca, con una supponenza ed
un'acredine degne dei peggiori partitanti.
L'ultima
battuta su Brunetta lo qualifica come uno dei più brutali e rissosi
uomini politici della prima repubblica, a nulla valendo gli
atteggiamenti curialeschi e la gesticolazione semi-artcolata a
conferirgli il carisma cui aspira e di cui è purtroppo sprovvisto.
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