mercoledì, ottobre 29, 2008

Tra teologia e rivoluzione

Il sorriso timido e gli occhi stupefatti del teologo Mancuso nascondono in realtà una ferrea volontà di ridefinire il cattolicesimo alla luce della realtà mutevole della società desacralizzata e dell'ansia di conciliare tutti gli opposti in un'unica filosofia storicista, razionalista, modernista, semi-atea e laicista.

L'autore de "L'anima e il suo destino", quasi un romanzo sul trascendente, è il personaggio che interpreta meglio il disagio degli ex credenti contemporanei, che purtuttavia vogliono ritenersi ancora cattolici pur non riconoscendo più l'autorità del Papa - se non fino al Concilio Vaticano II, vero limes del progresso cattolico in materia di fede.


Sullo stesso versante il Cardinal Martini, ritenuto ormai l'anti-papa per eccellenza e rappresentante prodigioso della massa dei neo-modernisti, quasi fosse un Masaniello della Chiesa rivoluzionaria, che trova viceversa in Mancuso il sistematizzatore di questa novella visione della religione dell'est modus in rebus, la quale rifiuta il no di principio ed ammette il ni possibilista, innalzando il vessillo minimalista della perenne mediazione tra contrari, del sincretismo tra fede (presunta) e scienza (presunta), nel banale tentativo di sciogliere tutti i nodi dell'esistenza e della complessità della vita, in materia di aborto, testamento biologico, autodeterminazione del malato, cellule staminali, eutanasia, e via dicendo.


"Ma se non conosciamo perché la vita ci regala oltre diecimila malattie sconosciute che affliggono l'umanità, falciando innumerevoli vittime, come facciamo a sostenere la dottrina tradizionale cattolica ?" pare chiedersi, con rabbia e preoccupazione, il neo-teologo, onnipresente ai dibattiti in tv e sui giornali, per prospettare le soluzioni più ardite in favore di quanti vorrebbero modellare le Istituzione ecclesiali con la cera del positivismo e dello scientismo e porsi così finalmente l'anima in pace su questa stessa terra.

E noi che ingenuamente pensavamo che compito dei teologi fosse proprio quello di rispondere ai dubbi e alle domande non di subirle e sottomettervisi.
Siamo alle solite.
C'è chi aspira alla rivoluzione con licenza delli superiori anche in materia di fede, ridotta a pura ideologia mondana.

Non passa giorno che qualche sprovveduto affermando perentoriamente che siamo tutti cattolici (forse nel senso crociano del perché non possiamo non dirci cristiani), poi si affretti a sottolineare l'imbecille distinzione tra cattolici di destra e di sinistra, quasi si trattasse di due schieramenti in campo con i loro fan ed i loro delegati in parlamento.

C'è chi tifa per L'Osservatore Romano e chi per Famiglia cristiana, rallegrandosi dei gol o degli autogol di squadre tra loro in competizione.

Uno spettacolo squallido.

Ma dove son finiti i veri atei, i peccatori convinti, gli eretici coraggiosi, gli avversari dichiarati della teologia?

Giordano Bruno assistici tu!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Buongiorno Piero! Spero che Giorgano Bruno giri lo sguardo in prospettiva di questo globo e che goda del fenomeno atmosferico che si sta estendendo prodigamente: nevica...e lì, che paesaggio percepirebbero le sue pupille?
Franca Fusetti

Piero Sampiero ha detto...

Il paesaggio innevato e candido: quello che prediligeva, cara Franca.