giovedì, ottobre 11, 2007

Le donne amano soprattutto...il matrimonio


Nel giro di pochi mesi, due mie ex, che spasimavano d'amore per me, si sono convertite ad altri partner.

Come mai?


Semplice.

Pur non avendo una grande attrazione per i miei succedanei, né fisica né mentale né sentimentale né culturale né emotiva, essi avevano un asso nella manica: la dichiarazione di matrimonio!

Una carta per me semisconosciuta.

Dopo la mia prima esperienza giovanile, infatti, di cui porto ancora i segni visibili ed un trauma gravissimo post-suocera (che Dio la protegga, beninteso...), non ho avuto più la forza di ripensare allo sposalizio.

Per me, la convivenza basta ed avanza ed è la forma più elevata di lealtà ed affetto verso l'altro o l'altra.


La natura umana è ipocritamente convertibile alla schiavitu'.


Una variante del servilismo tipica di certi maschi è, per l'appunto, la prostrazione ai piedi di una donna (per altri versi irraggiungibile) con una richiesta antiquata ma sempre efficace che si condensa in due parole: Voglio sposarti!


E la donna - che mantiene dentro di sé l'inclinazione romantica ed, al tempo stesso, pragmatica alla vita coniugale - di fronte ad un'affermazione del genere, capitola volentieri e repentinamente.


Soprattutto di questi tempi, poco propizi all'istituto matrimoniale, ma pur sempre aperti al trionfo della norma, della regola, della convenzione e ... del compromesso (storico o no), non c'è strumento migliore per accattivare la simpatia e l'attenzione, ottenere la comprensione ed il consenso femminile.


Se poi l'evento avviene in chiesa, si raggiunge l'apoteosi (uno, indissolubile, categorico è il matrimonio cattolico: chi si unisce col rito apostolico e romano è come suol dirsi in una botte di ferro!).

E l'amore? Direte voi.

Per quello c'è sempre tempo e spazio, ma viene in seconda linea, dopo i fiori d'arancio e la genuflessione...

Nessun commento: