domenica, dicembre 23, 2012

Restyling ?

Sul benemerito quotidiano on line ''Il Legno Storto'', è apparso un articolo del direttore del ''Tempo'' Mario Sechi dal titolo Come rifondare il centrodestra. Dalla serie di commenti colpisce da parte di un lettore il richiamo alla destra di Almirante. Traendo spunto da tale indicazione e dalle considerazioni di Sechi, schierato su posizione montiane mi sono venute spontanee alcune riflessioni.
Queste. 

Ma dove sta scritto che per rifare la destra è necessario ricostituire il msi? 
Quel partito, come il fascismo, appartengono al passato e tutti i tentativi per dargli una forma moderna e credibile sul piano delle idee e  di un progetto culturale perseguibile in concreto, si sono schiantati contro il muro delle ideologie o peggio dell'opportunismo politico.

Migliaia di giovani sono caduti vittime, come i loro padri, di un tranello partitocratico scatenando, dall'apertura di un vaso di Pandora, tutto il peggio possibile, utile soltanto a chi voleva una carriera parlamentare e scranni regionali, provinciali comunali e posti di sottogoverno.

Chi dette un contributo serio al rinnovamento di uomini e principii, prendendo atto della fine della seconda guerra mondiale e di quella civile ed adeguandoli ai tempi moderni nel solco di tradizioni ancora vitali, furono alcuni giornalisti, intellettuali, scrittori, uomini delle professioni, e di cultura dotati di un minimo di senso dello stato e della nazione, pur in un contesto atlantico ed europeo, accomunati da ideali conservatori e liberali con maestri come Prezzolini, Longanesi, Montanelli, Ansaldo, Artieri, Mathieu e diversi altri, determinati a creare un'alternativa al catto-comunismo e all'economicismo.

Se le fila devono riprendersi, è di là che bisogna ripartire e non dai cascami del nostalgismo e del passatismo fine a se stesso.
Ma oggi il problema si fa più complesso con la globalizzazione e la perdita di autonomia dei singoli stati di fronte al prepotere economico, tanto da mettere in serio rischio libertà individuali e collettive ed il rispetto stesso della persona umana - con il livellamento verso il basso dei ceti medio-piccoli e l'omologazione massificante.

E su questo versante voci nuove, sganciate dagli ideologismi e dai luoghi comuni di derivazione post- comunista, non se ne sentono, all'infuori di quella che a torto è stata definita 'la nouvelle droite' di Alain de Benoist e del suo cenacolo di pensatori spregiudicati, intesi a suerare la falsa alternativa tra destra e sinistra, nel senso paradossale indicato da Ortega Y Gasset, il quale definiva tali categorie politiche come semi-paralisi mentali o,  in casa nostra, dalle idee eterodosse di Geminello Alvi e dei fautori dello stato-minimo con una visione economica fondata sul dono e non sul calcolo degli interessi e tanto meno sul modello cinese di capitalismo, che è quello che sta avendo la meglio anche in Occidente.

Allora la domanda che si pone è: Mario Sechi ha indicato una strada e un metodo che tengono conto delle questioni accennate in Italia e in Europa?
Siamo sicuri che il montismo sia una dottrina ed abbia la potenziale capacità di affrontare le sfide della modernità?
Siamo persuasi che la via tedesca riuscirà ad averla vinta sui mercati drogati e il super-colonialismo USA e cinese?
E' possibile un impero germanico accanto a quello nord-americano e della Cina?

Basterà il modello renano, da noi quasi del tutto sconosciuto, a liberare forze ed energie nuove dalla società civile, per ristabilire la concorrenza, un'economia basata sul patrimonio e non sulla finanza, un assetto sociale, con pochi poteri statali efficienti,  alimentato da un serio ed essenziale federalismo, da comunità intermedie ben strutturate e accompagnato da sussidiarietà non assistita?
Mi pare che finora Monti e i suoi sostenitori non abbiano dato risposte precise, ma che si accontentino di pensare ad un ruolo  dell'Italia accettabile in un'Europa ancora troppo confusa e di governare, non tanto nel senso della moderazione, quanto di un inaudito accordo con il PD di Bersani (a rimorchio di Vendola).

Forse il disegno di Monti è di rifondare,  non tanto il centrodestra, quanto    il centro sinistra.

Un paradosso ?

In politica tutto è possibile. 

Il timore in tal caso è che lo statalismo non diminuisca, mentre le sacche di privilegio, pubblico o privato, permangano o magari s'incrementino in una suprema beffa nei confronti dei cittadini.

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