lunedì, giugno 20, 2011

' ROSA SHOCKING '


Un'isola è stataSpiaggiaRosaGra.jpg violata! titolano i giornali ed i telegiornali alla notizia che una troupe britannica, scesa da un panfilo al largo di Budelli nell'Arcipelago della Maddalena, ha potuto filmare uno spot pubblicitario su poltrone e divani: certo una bella immagine quella di un salotto immerso nel verde della macchia mediterranea tra un mare limpido color smeraldo e il cielo azzurro trasparente poggiato sulla sabbia finissima color rosa. 

Shock.


Pare che ci fosse un guardiano, il quale, inutilmento, ha tentato di opporsi al dispiegamento del set su una dellemeraviglie del globo, ma ha dovuto soccombere di fronte ad operai, tecnici e regista, che con determinazione assoluta ed assoluta indifferenza, per i divieti stabiliti in un provvedimento dell'Ente Parco, hanno potuto tranquillamente fare i propri comodi.

D'altra parte che cosa può significare una sanzione di 50 euro per chi macina milioni di euro di pubblicità?

Ma come, si dirà, è così facile accedere ad un paradiso proibito, senza che nessuno ti fermi prima di approdarvi? Sì, è possibile.

Di che cosa dispone un 'guardiano del parco' per impedire sbarchi inappropriati ed insultanti per l'ordine costituito?

Forse non ha neppure un vhf o un megafono, né una linea diretta con la Capitaneria o con gli Uffici del Parco.

Chi lo vede, lo scambia per un naufrago senza venerdì e lo ignora bellamente,  a meno che non decida di prenderlo a botte, per il tentativo d' intralciare il libero commercio...

Budelli deve la sua dannazione ad un emblematico ed enigmatico film del 1964, del celebre Michelange Antonioni, all'epoca sentimentalmente legato all'affascinante Monica Vitti. Il tema era quello, al tempo assai di moda, dell'alienazione, derivante, non tanto dalla teoria marxianadella critica al capitalismo o alla permanenza degli ultimi matti in manicomio, prima della loro liberazione a cura dipsichiatria democratica, quanto dall'incomunicabilità della società moderna.

Chiunque, ancora da sempliciotto,  amasse l'isola, vi poneva piede con delicatezza e rispetto. Non pensava agl' intellettuali e ai registi della 'nouvelle vague', ma rimaneva certamente incantato dai bianchissimi gigli di mare, dalla particolare composizione della sabbia, frutto di una felice combiinazione, in fondali ancora intatti, di granelli di rena e poseidonia, sullo sfondo di una sorta di sottile barriera corallina.

Era il regno dei subacquei, dei sub-archeologi, degli appassionati di riprese cinematografiche marine, come il grande Folco Quilici. Vi facevano soste quiete, nel rispetto religioso della natura, i panfili di veri vip, come Cesare Merzagora o Virna Lisi o lo stesso Aga Kan Karim.

Le riprese di 'Deserto Rosso' , il lungometraggio del cineasta ferarrese, portava alla ribalta nel mondo, le stupende immagini dell'elegante nuotata, nelle acque antistanti Budelli, di una tenera, graziossima, silfide isolana, l'indimenticabile Emanuela Pala Carboni, immortalata, in un servizio straordinario, sulle pagine della 'Nuova', dal principe dei cronisti maddalenini, Mario D'Oriano.

Dopo il successo cinematografico, finiva l'era dei pochi intimi, e a frequentare il sito, con il progredire della nautica da diporto e degli zoticoni con patente, furono i soliti barbari, i quali non trovavano di meglio che saccheggiare la spiaggia per portarsi dietro contenitori, piccoli e grandi, di sabbia rosa.

La creazione del 'Parco Nazionale dell'Arcipelago' fu la sola contro-misura possibile contro il vandalismo e la bulimia consumistica del paesaggio.
Ma evidentemente non basta.

Ancora non c'è 'un piano generale', che regolamenti, in dettaglio e razionalmente, fra l'altro l' afflusso di barche e turisti, benché alcuni importanti divieti siano operanti.

Non c'è soprattutto ''l'Autorità'', come il blitz dei cineoperatori inglesi ha dimostrato.

Perché non imporre sanzioni più severe e, prima ancora, perché non possibile controllare navi ed imbarcazioni da diporto in arrivo nel Parco?

La Guardia Costiera monitorizza la navigazione nelle Bocche di Bonifacio, contro gl'inquinamenti da petroliere,  ma non è ancora possibile imporre a chiunque acceda alle acque del circondario di fornire, via radio, i propri dati identificativi, l'itinerario, il periodo di permanenza, per ottenere l'autorizzazione a procedere, ad ormeggiarsi od ancorarsi nei punti prestabiliti.

E poi ci meravigliamo che arrivino i pirati? 

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