sabato, agosto 25, 2007

Le mie amiche rumene


E' da qualche anno che annovero amiche rumene.

Amiche, credo di poter dire, nel senso più vero della parola. Vicine nel momento della necessità, quando neppure parenti stretti mi sono stati vicini.

Solidali e concretamente presenti nell'alleviare incombenze non facili né gradevoli.

Pronte a rispondere ai miei richiami di collaborazione per superare le difficoltà: disponibili a dare una mano senza riserve e con disinteresse.

Lavoratrici infaticabili si direbbe, ma oberate da ore interminabili per fare ciò che né dentro casa né fuori ormai nessuna delle nostre connazionali è più disposta a fare. Senza grilli per la testa e con la fedeltà a valori indelebili nella civiltà contadina del loro paese: valori un tempo praticati e condivisi anche dagl'italiani di un tempo.

Oggi g'italieni sono troppo ricchi di pretese e di ambizioni fasulle per apprezzare la semplicità di un gesto, il sorriso ingenuo, la voglia di vivere autentica.

Quanto alle nostre donne, la situazione si fa ogni giorno più problematica, specialmente per le nutrite schiere di femminucce accompagnate da madri anelanti ad un posto di velina, per le loro bambine, come supremo ed irrinunciabile traguardo dell'esistenza.

Le mie amiche, domenica scorsa, mi hanno risolto un problema di tinteggiatura, che non avrei sperato di risolvere se avessi confidato nel lavoro dei miei connazionali.

C'era da rimanere strabiliati per l'attenzione, la cura, lo scrupolo, l'impegno e la volontà di fare bene.
Alla fine dell'opera non credevo ai miei occhi: erano riuscite a fare in un giorno (festivo) quello che, in tanti mesi di attesa e vane promesse, non ero riuscito ad ottenere da nessun altro.

Una magia, come se avessero avuto la lampada di Aladino.

Grazie amiche indissolubili.

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