martedì, giugno 24, 2008

Tempus fugit


Viviamo sotto il cielo dell'impermanenza, che Marc'Aurelio definiva
"Un torrente impetuoso che tutto trasporta.La qualità della causa di tutte le cose, separata dall'elemento materiale del mondo."

Io sono stato assente dal web per alcuni mesi, dopo aver subito un ulteriore attacco telematico, che rischiava di far chiudere il blog, sia per l'irritazione derivante dalla reiterazione di certi episodi, sia per la noia indotta, alla lunga, dalla stupidità e dalla cattiveria umane.

Ma poiché ero affezionato a questa pagina, ho voluto ricomiciare, pur prendendomi uno stacco salutare.

E' servito per vedere il mondo con altri occhi.Non più sub specie aeternitatis, ma con la lente dell'impermanenza.

Se si prova a considerare ciò che ci circonda non in senso assoluto, ma relativo, si fanno scoperte interessanti, anche se non sempre positive.

In questa palestra delle vanità che è ormai internet, infatti, ognuno porta la propria personalità.

Un elemento assolutamente inconsistente e fatuo, se inserito nel flusso inesorabile del tempo.

I Romani, della stirpe di Marco Aurelio, sapevano bene di vivere nell'immanenza e quindi nell'impermanenza.

Ciò nonostante avevano creato un sistema di valori, di relazioni sociali e culturali, il quale consentiva di regolare il loro mondo secondo cardini irrinunciabili e permanenti, come se l'eternità fosse sempre al di sopra delle proprie teste.

Questo a ben pensarci è un mirabile frutto della logica e del pragmatismo della civiltà romana, che consentiva di disporre del proprio essere nella maniera più armonica possibile, riconoscendo la validità di alcune regole sgorganti dalla ragione, al di là delle generazioni e della transitorietà della Storia .

Quindi è vero che tutto è caduco e tutto si trasforma; però le regole del gioco sono stabilite una volta per tutte e vanno seguite per tutti, proprio in quanto rispondono ad un'intima esigenza dell'uomo.

Se ci si pensa bene, queste leggi del vivere tra uomini dovrebbero valere anche oggi.

Il fatto è che in epoche di crisi, così come gli eventi, che hanno attraversato la stessa Roma antica, stanno a testimoniare, le carte vengono sparigliate o nascoste o truccate.
E se hanno la meglio i bari o i bleffeur, ci si trova un po' tutti a mal partito.

Dalla piccola esperienza fatta, con l'interruzione, volontariamente impostami, nell'ambito del weblog, ho scoperto che alcune cosiddette amicizie si sono diradate, altre sono scomparse; alcune sono rimaste e di nuove s'intravede la nascita.

Senza dubbio è stato un ammaestramento.

Ancora una volta la trasformazione è avvenuta, lasciando che ciò che era autentico, come valore, rimanesse, mentre le scorie si disperdevano, lasciando spazio al nuovo e all'imprevisto, affascinante e seducente per sua stessa natura.

Tempus fugit, è vero, ma non è poi così male.

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