domenica, giugno 22, 2008

La puzza sotto il naso


C'è molta gente dalla puzza sotto il naso. Con il passare del tempo forse un giorno cambierà, dopo averlo sbattuto contro qualche imprevisto incidente di percorso, ma intanto va sopportata.


Tra la marea crescente di signorini soddisfatti come avrebbe detto Ortega y Gasset, i quali credono di tutto sapere e reclamano diritti inesauribili alla conquista della società, una nutrita schiera alligna tra i cosiddetti intellettuali e la loro sottospecie giornalistica.


Ma anche tra le persone comuni, presenti nelle nostre relazioni quotidiane, si è fatta strada, da qualche decennio, questa mentalità legata ad un'eccelsa presunzione, tanto più consistente, quanto più larghe sono le buche della propria ignoranza.


Noi siamo, a dispetto delle apparenze, un popolo arretrato e retrivo, colmo di superstizioni e pregiudizi mentali, insuperbiti da un benessere fasullo, quasi tutto originato da bluff finanziari, composto quindi di lustrini e specchietti, come dimostra la crisi economica in atto, dove chi è più furbo la fa quasi sempre franca ed, inorgogliendosi delle proprie bravate, si ritiene autorizzato a disprezzare il prossimo, specialmente quando si trova di fronte a soggetti ancora dotati di buon senso e, consci dei propri limiti, non avvezzi a fare, come si diceva un tempo, il passo più lungo della gamba.


Le antiche virtù sono scomparse e quelle tipiche della piccola borghesia o dei ceti popolari sono state sostituite, grazie ai mass media dominati dalla volgarità e ad una scuola ricettacolo di tutte le bassezze del consorzio sociale, dalla volontà di sopraffazione per coltivare l'arrivismo ed il facile guadagno: Il denaro è la merce di scambio più utilizzata e sul mito della ricchezza ad ogni costo ormai si misura la vita.


L'esistenza ha perso del tutto o quasi il fascino dell'avventura, il richiamo della bellezza, l'aspirazione alla realizzazione spirituale di sé, l'apertura verso il mondo, il rispetto dovuto all'altro, oltre che alla propria individualità.

Oggi si tende invece a lasciare sempre meno spazio a quanti non vogliano soggiacere alla prepotenza e all'arroganza,alla violenza morale , a volte, velata dall'ipocrisia sociale, altre volte, scoperta e brutale.






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