giovedì, dicembre 06, 2007

Nuovi rapporti



Renato Mannheimer ha presentato le sue proiezioni sulle percentuali di voti che i vari partiti potrebbero raccogliere in caso di elezioni nell’ipotesi di una riforma o col proporzionale tedesco o con quello spagnolo.
Certamente i risultati proposti al pubblico sono tutti da verificare. Ma se con buona approssimazione i partiti di centro-destra si presentassero disuniti, Il nuovo movimento di Berlusconi difficilmente raggiungerebbe da solo il quorum per governare, mentre il Partito Democratico sarebbe quello di maggioranza relativa intorno al 46%.

Che cosa si può dedurre per il futuro dei moderati? Che occorre instaurare nuove alleanze con i vecchi partiti della Casa della Libertà, Lega esclusa, per competere con possibilità di successo con il centro-sinistra.

Il cavaliere farebbe bene a riallacciare i rapporti con gli ex alleati e dar vita al popolo della libertà senza ulteriori indugi.

Molti devoti sostenitori della svolta del predellino, ritengono di potercela fare da soli confidando nell’accordo tra Silvio e Walter, magari nella prospettiva di una grande coalizione. E guardano con dispetto ad una ricucitura con Casini e Fini, magari facendo qualche passo indietro rispetto ad una rifondazione popolare di Forza Italia, che peraltro non può procedere al suo scioglimento, ma semplicemente confluire nel nuovo contenitore politico come dovrebbero fare AN e UdC.

Solo con la riunificazione del centro-destra ed una compatta mobilitazione elettorale il leader dell’opposizione può vincere la battaglia, sfruttando anche le opportunità referendarie.

La maggioranza degli elettori di quest’area non vuole liti da cortile.
Quando dico che non ci vogliono "liti da cortile", intendo riferirmi al superamento delle contese meramente personalistiche, che non tengono conto della reale volontà dei moderati. E' un lusso che non ci si può permettere, se si vuol superare l'attuale impasse, evitando il ritorno alla prima repubblica.Vi pare che ci siano senza pecche tra i capi dei partiti della vecchia CdL?

C’è qualcuno che ritiene veramente che il cavaliere non abbia commesso qualche imprudenza nello "strappo", disorientando in parte, anche, i propri elettori e snobbando collaboratori di riguardo come, Ferdinando Adornato? Il laboratorio creato con la fondazione liberal merita diessere trascurato, dopo anni di sapiente tessitura culturale, per elaborare un programma comune a tutte le componenti del centro-destra?
Senza idee e programmi di ampio respiro non si mantiene il consenso. Gli umori della folla vanno incanalati e corroborati da valori e progetti di livello elevato. Se il popolo della libertà vuole consolidare ed aumentare la propria presenza nella società e al governo deve rappresentare un’alternativa credibile ed efficace coinvolgente nei confronti della sinistra. Altrimenti sarà una copia riverniciata di Forza Italia, con gli stessi difetti partitocratrici.

E poi non vi sembra che un programma condiviso e l‘esposizione di princìpi chiari ed iniziative da assumere nei prossimi mesi sia il modo migliore per fare i conti con i vecchi alleati, sconfiggendo gli alibi dei possibili nuovi partner.

Io penso che, per vincere le battaglie, ci sia necessità di una strategia e non solo di una tattica e finora il cavaliere ha fatto solo mosse tattiche.
Il disegno strategico, per la concreta costruzione del "nuovo progetto politico", a mio avviso, non è ancora chiaroed ho l'impressione che, all'interno del neonato movimento, crescerà l'incertezza, se non si terrà conto delle percentuali di voto da raccogliere, con l'apporto degli altri partiti dell’ex Casa della Libertà, per ottenere la maggioranza alle elezioni.
I sondaggi sulle tendenze dell'elettorato, svolti da Mannheimer, reclamano, a tal fine una confluenza di AN e UdC, nel Popolo della libertà, per conquistare la vittoria.

Nessun commento: