lunedì, dicembre 17, 2007


Che bello vedere Bertinotti che riceve il Dalai Lama!
Sembra di assistere ad una scena memorabile.


L'ex maoista, Presidente della Camera, sfodera sorrisi accattivanti, ma con un occhio particolarmente trasversale, intervistato dal grandioso tg3, che definisce "vivace" "il vecchietto" a capo del Tibet in esilio, ci tiene a precisare che Sua Santità non vuole la separazione dalla Cina, ma solo l'autonomia del suo Stato, il quale - non dimentichiamolo - fu invaso dalla stessa Cina nel 1953, colonizzato, in tutti questi decenni, dal regime comunista cinese, che aveva ed ha un solo scopo: la sua distruzione.


E' soddisfatto Fausto.


Come a dire: "in fondo non vuole ribellarsi, ma dialogare. E' dialogo è sempre la cosa migliore".

Siamo tutti in pace...


Comodo ragionamento, quando si ha a che fare col gatto che gioca col topo.


Ma questo non si dice.Sarebbe scorretto nei confronti di un grande impero con cui facciamo affari, nonostante la vituperata globalizzazione e i danni all'ambiente, che il colosso giallo infligge al resto del mondo.
Provate a chiedere all'elegante rifondarolo comunista se è capace di proporre di boicottare le olimpiadi per protesta e per segnalare la forte necessità di garantire un'autonomia effettiva del Tibet, proteggendo la cultura e la religione di quel paese, a cui perfino s'impone per decreto del governo cinese il prossimo Dalai Lama.


Figurarsi.


Da noi si gioca a biliardo davanti all'orrore della persecuzione sistematica al subdolo o manifesto genocidio dei buddisti.


Facciamo qualche gesto rispettando il fair play fasullo della politica politicante, per apparire liberali di fronte ad un'opinione pubblica distratta, in cerca di una via per sopravvivere alla casta.


E, dopo la carambola, continuiamo a fare affari sporchi con la Cina.

E' pur sempre cosa rossa, no?

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