giovedì, maggio 03, 2007

Italia che fu









Uno dei capolavori interpretativi di Totò, L'oro di napoli, tratto dall' omonimo libro di Giuseppe Marotta,trasmesso in occasione del 1° maggio, dà un'idea precisa dell'evoluzione del costume e, ahinoi!, dei sentimenti di un tempo, neppure tanto lontano, ma che appare ad una distanza stratosferica dalla società dei nostri giorni.

Ottimo film ad espisodi,che richiama gli eccellenti racconti di un grande scrittore, che dipinge una Napoli scomparsa, in cui però la genialità, la saggezza,la filosofia di vita di un popolo si ritrovano in una sintesi emblematica di un periodo storico e culturale ormai tramontato.

Il cinismo appena accennato, un ingrediente minimo mescolato con un senso d'umanità prevalente, ora ha la dilagante prevalenza in tutto il paese e sembra pervadere le giovanissime generazioni.

L'Italia che fu con la Napoli che fu accendono curiosità e nostalgia per una civiltà povera ma ricca di sentimenti.

Un patrimonio di umanità disperso col consumismo e l'aridità del voler apparire più che del voler vivere un'esistenza autentica.

Che cosa avrebbe detto Peppino Marotta a vedere una città-paradigma degredata ad una babele stracciona ed un'Italia percorsa da bande di barbari?


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