lunedì, ottobre 08, 2012

Teologia delle tasse

Crediamo che il clima ecumenico tra laicissimi atei e religiosissimi pacifisti, riuniti ad Assisi, abbia suscitato un'euforia ingiustificata nella mente di Monsignor Ravasi accorto commentatore de ''La domenica''de Il sole 24 h nella sua universalistica rubrica denominata il ''Breviario''. 

Alla presenza del Capo dello Stato e forse proprio per questo, dimentico delle profonde sottigliezze descritte da un Santo come Tommaso, sempre più dimenticato, dai sacerdoti di professione, ha parlato di tasse e di peccati. 

''Chi non paga le tasse è un peccatore'' ha detto angelicamente il robusto personaggio, dimentico dei numerosi suicidi e della disperazione di tanti imprenditori e no, che non sanno come raggiungere la seconda settimana per sopravvivere e delle innumerevoli scandalose dilapidazioni di denaro poubblico da parte di privati, regioni, comuni province e partitocrati di stato.

Peccato è il caso di dire, ma per altri motivi.

Ricordavamo una chiesa schierata dalla parte del cittadino contro il potere. 

Ora i rappresentanti del cristianesimo scrivono sui giornali confindustriali e fanno  propaganda per equitalia, dimenticandosi del travaglio infinito dell'Imu sui beni ecclesiastici e dei molti affari poco trasparenti con la cricca da parte dei finanzieri vaticani.

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